martedì 26 giugno 2018

Quelle domande del 1950

Con l'incontro laboratorio di Camaldoli, ripartiamo da queste domande

 

 

A Bozzolo, in una giornata d’agosto del 1950, arriva­no a don Primo Mazzolari, nella stessa busta, due let­tere sorprendenti.

La prima è formalmente indirizzata ad Adesso, il quindicinale « d’impegno cristiano » fondato da Mazzo­lan nel gennaio 1949. La lettera dice:

« Caro Adesso,

siamo un gruppo di giovani né fascisti, né comuni­sti, né democristiani, ma cristiani, democratici, italia­ni. Ogni giorno, a ritmo incalzante, sentiamo parlare di niarmi, di stanziamenti favolosi e urgenti per pro­duzioni belliche, di guerra imminente, di difesa nazio­nale e di blocchi contrapposti.

Chiediamo:

1) In caso di guerra, dobbiamo impugnare le armi?

2) In caso affermativo - come italiani - con chi e contro chi?

3) In caso di occupazione americana (vedi patto atlan­tico) o russa il nostro atteggiamento dovrà essere di col­laborazione, di neutralità o di ostilità?

Desideriamo una risposta precisa di Adesso per cia­scuno degli interrogativi.

Ringraziamo per l’ospitalità e salutiamo cordialmente». La seconda lettera è rivolta personalmente a Mazzola­ri. Dice:

« Carissimo don Primo,

il gruppo di giovani che Le scrive si presenta: tutti lettori e sostenitori di Adesso, tutti laureati, tutti non iscritti a partiti, tutti provenienti da associazioni o am­bienti cattolici, tutti ex combattenti, ex partigiani, ex prigionieri, nessun fascista, nessun capitalista. Può bastare.

Dopo mesi di discussione, orientati verso una pace che è tremendamente sentita, prima ancora che volu­ta, mentre stavamo per prendere una decisione, venne all’ultimo momento il discorso di Pacciardi - con re­lativo messaggio di De Gasperi - alle truppe in mano­vra. Fu la goccia che fece traboccare il vaso.

È sorto così il nuovo caso di coscienza, che, non du­bitiamo menomamente, non sarà solo nostro.

Abbiamo voluto con chiarezza e precisione formula­re tre domande, indirizzandole ad Adesso. Noi ora, pe­rò, Le chiediamo personalmente:

a) se Lei ritiene di poterci rispondere personalmen­te, per il solo fatto che nella lettera allegata si ravvisa-no cose più gravi - di quanto non siano - per Adesso, faccia pure, stracci la lettera e non la pubblichi;

b) se Lei ritiene di dover rispondere evasivamente o di impostare la discussione aprendo una parentesi che non resterà a lungo vuota, pubblichi pure, ma firmi al­lora - pago della nostra lealtà - « un gruppo di gio­vani di città diverse».

c) se Lei invece - come pensiamo - imposterà il pro­blema, risponderà con precisione e darà motivo di aver­ci compreso, allora metta pure i nomi, uno sotto l’al­tro e... quel che ha da venire venga. Noi siamo pronti. E che il Cielo ci benedica, per quel che facciamo ades­so e per quel che faremo domani.

Grazie e perdoni ».


I giovani che si rivolgono a Mazzolari - possiamo, adesso, ripeterne i nomi « uno sotto l’altro » - sono:

Giovanni Cristini, Lino Monchieri, Franco Nardini, Ga­briele Calvi di Brescia; Marco Del Corno, Mauro Laeng di Milano; Giuseppe Gilardini di Pavia; Matteo Perrini di Taranto; Gaetano Santomauro di Bari.


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