giovedì 14 giugno 2018

Obbedienza e disobbedienza


Un episodio di decimazione, di Emilio Lussu
– Insomma, – gridò il maggiore, puntando nuovamente la pistola sul capitano, – lei eseguisce o non eseguisce l’ordine che io le ho dato?
Il capitano rispose:
– Signor no.
– Non lo eseguisce?
– Signor no.
Il maggiore ebbe un attimo di esitazione e non sparò sul capitano.
– Ebbene, – riprese il maggiore, – ordini che un plotone della sua compagnia passi in riga.
Il capitano ripeté l’ordine al sottotenente comandante il I° plotone della 6a. In pochi minuti, il plotone uscì dalla caverna e passò in riga. Il sottotenente ricevette dal maggiore, e lo ripeté ai suoi soldati, l’ordine di caricare le armi. Di fronte, immobili, stupiti, i venti guardavano.
Il maggiore ordinò di puntare.
– Punt! – ordinò il tenente.
Il plotone si mise in posizione di punt.
– Ordini il fuoco, – gridò il maggiore.
– Fuoco! Ordinò il tenente.
Il plotone eseguì l’ordine. Ma sparò alto. La scarica dei fucili era passata tanto alta, al di sopra della testa dei condannati, che questi rimasero al loro posto, impassibili.
Se vi fosse stato un concerto fra il plotone e i venti, questi si sarebbero potuti gettare a terra e fingere d’essere morti. Ma, fra di loro, non v’era stato che uno scambio di sguardi. Dopo la scarica, uno dei venti sorrise. L’ira del maggiore esplose irreparabile. Con la pistola in pugno, fece qualche passo verso i condannati, il viso stravolto. Si fermò al centro e gridò:
– Ebbene, io stesso punisco i ribelli!
Egli ebbe il tempo di sparare tre colpi. Al primo, un soldato colpito alla testa stramazzò al suolo; al secondo e al terzo, caddero altri due soldati, colpiti al petto.
Il capitano Fiorelli aveva estratto la pistola:
– Signor maggiore, lei è pazzo.
Il plotone d’esecuzione, senza un ordine, puntò sul maggiore e fece fuoco. Il maggiore si rovesciò, crivellato di colpi. 
Tratto da Emilio Lussu, Un anno sull’altipiano 

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